…il capo perfetto esiste o è una figura mitologica persa nei libri di scuola?
“…. A distanza di anni dalla cessione dell’azienda, i miei ex-collaboratori ancora mi chiamano, mi vengono a trovare, organizzano cene di ex a cui mi invitano, mi chiedono l’amicizia su FB o su Linkedin.
Una ex giorni fa è incappata in mia figlia, le ha chiesto di farmi i saluti da parte sua e le ha detto che quella con me è stata la sua più bella esperienza di lavoro.
Siccome non sono più miei dipendenti, non credo che possano essere manifestazioni di paraculismo.
… A me non interessava quanto tempo stessero alla macchina del caffè, se una/o andasse a fumarsi 10 sigarette al giorno, se avevano bisogno di un permesso era sempre concesso, non dovevano timbrare in entrata/in uscita.
Però dovevano portare avanti il loro lavoro senza accumulare ritardi che avrebbero causato problemi ai colleghi (ed all’azienda), dovevano farlo bene e mi dovevano dire PRIMA se c’era un problema e non DOPO aver combinato un guaio.
… Per ogni attività mi dedicavo a spiegare alcuni aspetti del lavoro che ritenevo fondamentali…
Ai dipendenti davo un premio a fine anno a mio personale giudizio e ne spiegavo le motivazioni.
Riprendevo nel privato del mio ufficio chi sbagliava perché la dignità andava sempre salvaguardata. Non ho mai alzato una volta la voce contro un dipendente.
Pertanto, posso pensare di essere stato un buon datore di lavoro e capo per loro”
C.M. (ex imprenditore dal 1970 al 2011)
Buongiorno e bentrovato,
come puoi avere intuito oggi ti voglio parlare del ruolo del “capo”, della sua importanza e di quanto sia un’immagine che nessuno (o quasi) vuole sentirsi appiccicare addosso.
Qual è il significato di capo
Alla figura del “capo”, come saprai sicuramente…, sono spesso associati epiteti molto poco gentili ma devi sapere che non è sempre così.
Proprio per questo in apertura di questo articolo ho voluto condividere con te la testimonianza di un ex (ma recente) imprenditore.
Vediamo ora come definisce il dizionario Treccani la parola capo:
“Persona che dirige, che è posta al comando di altre persone (in quanto il capo, cioè la testa, è la parte principale e più nobile del corpo; in questo significato la parola può essere invariabilmente riferita, come titolo, anche a donna che eserciti tale funzione)”
Per curiosità ti riporto anche come viene definita la parola “Boss” dal Cambridge Dictionary:
“The person who is in charge of an organization and who tells others what to do”
Tradotto: la persona che è responsabile di un’organizzazione e che dice agli altri cosa fare.
Ne risulta dunque, che il capo è quella figura che dirige e coordina tutto il team.
Figura che è presente in tutte le organizzazioni commerciali dai negozi retail agli uffici perché è di estrema importanza.
Infatti, è bene dire che senza un capo ogni azienda non potrebbe sussistere, nascere e svilupparsi.
Pensa alla figura del capo come ad Adamo ed Eva, senza di loro nulla poteva esistere (per Romana chiesa s’intende, poi abbiamo la versione della scienza e da qui l’eterno dibattere!).
Tralasciamo queste argomentazioni che non sono rilevanti parlando di Store Manager…
Il punto fermo da ricordare è:
“Il sistema organizzato del Retail ha bisogno di CAPI”
E non solo…
ma questi capi devono essere “consapevoli di come agire in questo ruolo”.
Cosa vuol dire fare il capo? Come farlo con efficacia?
In ogni azienda e quindi probabilmente anche nella tua (se sei un imprenditore) o in alternativa tra i tuoi collaboratori, se sei un libero professionista, si saranno consumate ore e ore di parole per stabilire che figura di capo o responsabile tu sia.
Di solito (vado a memoria scavando nel mio passato) le divisioni possibile erano 3.
Il dibattito a suon di caffè era decidere se il mio capo era più Manager oppure Coach o ancora Leader.
Penso che ancora adesso più o meno le distinzioni siano queste (magari con aggiunta di altre caratteristiche…).
Una cosa è sicura, già il web, se ci fai caso “orienta” o meglio pilota il tuo pensiero usando con sapienza le immagini…
In che senso dirai?
Semplice, molto semplice, prova a cercare le parole Manager, Coach, Leader su google barrando l’opzione immagini.
Spesso noterai che il Manager è raffigurato come un despota, ad esempio, con il megafono in mano impegnato a urlare in faccia ai dipendenti o vessarli in qualche altro modo tipo:
- Vai a fare la spesa che manca acqua in ufficio!
- Portaci i caffè e non ci disturbare.
- Tu occupati delle fotocopie al resto lascia fare a chi e competente.
Al contrario il Coach o il Leader sono sempre dipinti come “santi”, persone di grande apertura mentale, disponibili all’ascolto ecc…
Cosa ne pensi di questa “catalogazione”?
Senza urlare ai complottismi, personalmente penso si voglia influenzare le persone a preferire degli stili (Leader e Coach) che in un certo senso “nobilitino” il ruolo del capo.
Come se si volesse sostenere che il capo modello Manager è “vecchio stile” mentre la figura del capo Leader o Coach è quella più attuale e corretta.
Ma sarà davvero così?
Negli anni passati in trincea, all’interno di grossi franchising come Mc Donald, ho visto molti Store Manager faticare a considerare le persone con cui lavorano come propri collaboratori, in favore invece della definizione “i miei colleghi”.
Bene… questo è un atteggiamento che è deleterio per una figura come lo Store Manager che deve fare dell’efficacia e autorità il suo pane quotidiano
CAPO. Come si vive con disagio questa parola e questo ruolo?
È curioso come nel corso degli anni la parola capo abbia conservato e tramandato solo accezioni del termine negative.
Quante volte sono sicuro ti sarà capitato (magari in gioventù alle prime esperienze lavorative) di criticare il tuo capo o pensare:
“Se ci fossi io al suo posto farei…”
e altre frasi che meglio non riportare…
Ma come mai invece si dimenticano i lati positivi?
Ti condivido l’idea che mi sono fatto frutto della mia esperienza e di aver parlato con numerosi (ho perso il conto veramente) imprenditori e liberi professionisti.
“Questa battaglia si gioca (come il posizionamento di marca) nella mente delle persone”
Permettimi di ricordarti che cosa si intende per posizionamento di marca perché il concetto è strettamente connesso con l’associare “negatività” alla parola capo.
Rispondi a questa domanda, di impulso, senza pensarci:
“Bibita analcolica, dolce, gassata che si consuma al bar o al ristorante?”
Sono sicuro che il 99% risponderà:
“Coca Cola”
Se poi continuassi dicendoti: e poi?
Sono altrettanto sicuro che la quasi totalità risponderebbe:
“Pepsi”
Ma e ora che viene il bello del ragionamento… e come terza bibita? Quale scriveresti?
Qui qualcuno potrebbe scrivere la Ben Cola o altre sottomarche, per un periodo pensa che esisteva pure la Virgin Cola (di Richard Branson).
Ma altri, è possibile che non ricordino altre bevande.
Questo è il potere del posizionamento, a livello mentale questi brand (Coca e Pepsi) hanno occupato la tua ideale scaletta (che al massimo contiene 3 posizioni) per la categoria bevande analcoliche.
Ecco, credo che anche nell’intendere negativamente la parola capo si debba mettere in gioco un discorso identico.
Il ruolo di comando porta e trascina con sé, a livello mentale, degli effetti indesiderati nelle persone che a loro volta fuggono da questo appellativo o lo sopportano perché obbligate.
È indubbio che nella attuale cultura il “comandare” evoca e porta alla mente una condizione di “sudditanza” (in chi riceve il comando), una condizione che porta la persona che subisce il comando a pensare di aver subito una vera e propria sconfitta.
Pensa ad esempio al comportamento dei bambini piccoli o anche degli animali come cane o gatto (i pet) che si straniscono o fanno gli offesi quando vengono rimproverarti.
Da questo intendere mentale nasce lo strappo…
Il ragionamento, inconscio, è questo:
“Se io faccio il capo Manager e comando allora gli altri mi vedranno come un prevaricatore…
… se invece io faccio il capo Coach o Leader la mia figura agli occhi dei miei collaboratori sarà di alto valore verrò visto come il buono”
A questo punto ti stuzzico con tre domande:
- Ma davvero fare il capo significa dover per forza prevaricare?
- Utilizzare lo stile da Manager è così negativo?
- E come è possibile assegnare un incarico a un collaboratore senza cadere in questo tranello?
Nel corso dell’articolo capirai come rispondere a queste domande e anche se tutte queste domande sono corrette.
Una prima soluzione è quella di pensare al compito del capo come un ruolo fondamentale e vitale per l’azienda, questo si può fare ad esempio arricchendo la definizione di capo con questa visione:
“Il capo è colui che raggiunge i risultati richiesti dal propria ruolo, creando le condizioni per ottenere delle prestazioni efficaci ed efficienti da parte dei suoi collaboratori”
Cosa può fare un capo per creare le condizioni che determinino prestazioni efficaci da parte dei collaboratori?
Un buon capo, e dunque un buon Store Manager, per capire quale tipo di stile (Manager, Coach, Leader) seguire in primis deve farsi 4 domande:
- Cosa voglio ottenere?
- Qual è il mio obiettivo?
- In quale momento professionale è il mio collaboratore?
- Quali sono le sue competenze?
Rispondendo a questi quesiti il tuo Store Manager, ad esempio, riuscirà a comunicare nella giusta maniera con la risorsa che ha difronte a sé.
In questa maniera riuscirà ad “estrarre” tutti talenti di una persona e aiuterà la stessa a metterli in pratica ottenendo così tre enormi vantaggi:
- Risorsa felice, motivata e soddisfatta del suo lavoro.
- Prestazioni efficaci ed efficienti da parte di tutto lo staff.
- Store in crescita e nuove possibilità di investimento.
CONSIGLIO: La comunicazione, al di là di quale sia lo stile di capo a cui tu ti riferisci, è di vitale importanza per entrare in sintonia con ogni singola risorsa del team (ricorda ognuno ha il suo carattere) poterle capire fino in fondo evitando problematiche future.
A proposito di questo ho scritto un breve articolo intitolato:
“Scopri ora la 3° competenza che deve possedere uno Store Manager di successo”
Al suo interno potrai trovare una parte molto importante riguardante la comunicazione, il famoso (e utile) “Ciclo della comunicazione”.
Capo, organizza e pianifica (Manager)
Un buon Store Manager (capo) deve avere delle caratteristiche proprie della figura di un Manager anche se non è il titolare del business.
Anzi, per evitare incomprensioni, lo Store Manager (dunque anche il tuo) deve considerarsi il titolare esecutivo dello store ed essere in grado di:
- Organizzare.
- Pianificare.
A sua volta la capacità organizzativa deve essere alimentata con altre caratteristiche tipo:
- Obiettivi (lo Store Manager deve essere in grado di fissare obiettivi mensili, come minimo, e mettere in campo ottimizzazioni se non si raggiungono);
- Incarichi (lo Store Manager deve essere in grado di conferire incarichi alle persone giuste e in possesso delle skill o della volontà necessaria per la mansione);
- Deleghe (lo Store Manager deve possedere la capacità di delegare qualche suo compito meno importante per concentrarsi sulle vere criticità da risolvere).
La seconda voce la pianificazione al suo interno comprende:
- Verifica (lo Store Manager deve sempre verificare che tutto avvenga secondo prassi e i processi siano svolti correttamente);
- Controllo (lo Store manager deve attivare anche un controllo dei processi durante il loro svolgimento per assicurarsi della corretta esecuzione);
- Feedback (lo Store Manager deve condividere con il team il suo pensiero e dare loro sempre dei feedback sul loro operato).
Capo Manager, scopri le caratteristiche principali
Il termine Manager deriva dall’antica espressione latina manu agere che significa tradotto in italiano corrente guidare per mano.
Dunque, diciamo che quando uno Store Manager vuole chiedere ad una risorsa di svolgere la tal “x” attività specifica oltre alla sua classica mansione deve adottare questo stile “Manager” (come implica già il nome della sua mansione).
Di conseguenza potrai capire che questo stile è quello dell’”estremamente diretto” dove ti devo insegnare qualcosa di nuovo, dunque prenderti per mano e portarti a padroneggiare una nuova attività (è lo stile sempre presente).
Definire in modo chiaro l’obiettivo, attribuire l’incarico coerentemente con le competenze del collaboratore e pianificare l’organizzazione di supporto, permettono di aumentare le possibilità che la nuova mansione venga appresa al meglio e svolta con successo.
Una volta appresa e provata sul campo lo Store Manager dovrà verificare i comportamenti messi in atto e controllare i risultati ottenuti, che gli permetteranno di confermare (con un feedback positivo) o modificare (con un feedback costruttivo) la prestazione del collaboratore.
Il Manager dunque è una persona:
- Efficace.
- Empatica.
- Decisa.
- Autorevole.
- Trasmette fiducia.
- Etica.
- Organizzata.
Capo Coach, ecco le caratteristiche principali
Lo stile capo “Coach” è uno stile che si usa quando si vuole valorizzare il ruolo di uno dei componenti del team con il fine nobile di aumentare la motivazione a fare, e fare bene, una determinata mansione.
Lo stile da Coach va inserito prima di completare il percorso con quello da Manager visto in precedenza.
Di solito il Coach viene inteso come:
Coach = supporto, valorizzazione e sviluppo.
Questo stile è caratterizzato da:
- Una comunicazione caratterizzata da domande aperte;
- Un ascolto attivo della risorsa;
- Una valorizzazione del ruolo del collaboratore;
- Uno sviluppo in parallelo della motivazione a fare e a fare bene.
Capo Leader, quali sono le caratteristiche principali?
Veniamo all’ultimo stile il Leader, anche questo stile va usato integrandolo allo stile Manager e/o Coach.
In questo caso prima di parlare della nuova attività (o incarico da realizzare) lo Store Manager deve per forza collocarla all’interno di una visione aziendale più ampia (dipingi il sogno e rendilo vivido).
Questa cosa permette al componente del team di cogliere quelle dimensioni che non sono così immediate da osservare e recepire ma possono nel futuro elevare il suo stato di membro del team portandolo a raggiungere livelli di carriera.
Unitamente alla crescita della tua risorsa (al quale dovresti sempre puntare) ci sarà in questa maniera anche una crescita di tutto lo store.
Con molta probabilità questo approccio alla relazione lavorativa determinerà, nella risorsa in questione, un desiderio di appartenenza ad un progetto più ampio (che gli hai descritto dettagliatamente), producendo in lui un contesto d’ispirazione all’interno del quale potrà inconsciamente far agire la sua motivazione personale.
Di solito il Leader viene inteso come:
Leader = guida.
Questo stile è caratterizzato da una persona:
- Ricca di passione (per il ruolo svolto);
- Entusiasta;
- Ispirata (ricca di nuove idee o miglioramenti alle esistenti);
- Motivata (decisa a raggiungere gli obiettivi).
In conclusione, tieni a mente queste regole:
“Lo stile da Manager è strategico in quanto determina cosa fare e il perché sia importante che lo Store Manager ne faccia uso frequentemente.
In molti casi, invece, può essere efficace utilizzare lo stile da Coach perché influenza il modo con cui le persone contribuiscono a fare le cose.
In situazioni più particolari può essere strategico utilizzare lo stile da Leader per chiarire il perché di alcune scelte e attività in un contesto più ampio, non sempre di immediata comprensione.”
Il livello più elevato consiste nel mixare in base a dove ti trovi e con chi ti trovi a parlare di tutti e 3 gli stili (Manager, Coach, Leader)”
Come sempre l’obiettivo di questi articoli è sempre quello di darti pochi ma utili consigli, in maniera che tu possa applicarli fin da subito e apportare un miglioramento al tuo lavoro o decidere di affidarti (per mancanza di tempo o sicurezza di risultato) ad un professionista che svolge questa attività da anni.
Anche per oggi è tutto! Al prossimo appuntamento, il viaggio continua.
Ti saluto con questa domanda:
“Tu con il tuo team e i tuoi collaboratori che tipo di capo sei? In quale stile di riconosci?”
“Il miglioramento è sempre possibile, se lo vuoi”
Marco Sinceri
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